L’età contemporanea è complessa per tutti i Paesi, anche per l’Italia. Sintetizzando e semplificando, se politica, economia e società avessero avuto come guida, in ogni azione, il criterio della
Sostenibilità, la situazione sarebbe certamente migliore.
Il risultato è che l’economia è assoggettata dalla finanza; la finanza cavalca la globalizzazione; le povertà e le disuguaglianze pervadono la Società, la cui mobilità è bloccata; l’ambiente soffre; la legalità è assediata; l’innovazione tecnologica genera uno sviluppo dal futuro incerto; i tempi della giustizia favoriscono i colpevoli; i giovani discriminati pagano per le politiche poco sostenibili del passato.
Serve una rivoluzione sostenibile per rigenerare gli equilibri di diritti e doveri, meriti e bisogni, interessi privati e pubblici, pari opportunità.
La voglia di cambiamento è ben radicata. Auspichiamo che il cambiamento, contrariamente al passato, abbia come guida, in ogni azione, il criterio della Sostenibilità. Verso un domani migliore.
Tutte le crisi della storia (politiche, economiche e sociali) hanno in comune piani non sostenibili. La fede nello sviluppo lineare ha consentito piani non sostenibili.
Tecnologie e globalizzazione, governate dalla finanza, hanno dato allo sviluppo una logica quantistica. Un intreccio (entanglement) di correlazioni tra fenomeni apparentemente indipendenti, anche distanti, con effetti imprevedibili ed indeterminabili.
Prevedere il futuro, anche a breve (come l’ultimo ventennio ha dimostrato), è praticamente impossibile. Non esistono riferimenti utili, né principi comuni.
Forse un riferimento utile, un principio comune c’è: la Sostenibilità, perché porta certezze al futuro incerto, per la sua capacità rigenerare equilibri e creare resilienza ad ampio raggio, nel Territorio, nella Società, nel Mercato. Da oggi per domani.